I cosiddetti “sistemi anti-Legionella”: mito, realtà e gestione del rischio

By Settembre 17, 2025Legionella

Parlare di “sistemi anti-Legionella” come soluzione definitiva è fuorviante.
Il batterio colonizza facilmente i biofilm degli impianti idrici, trova rifugio dentro amebe e micro-nicchie, sfrutta ristagni, ramificazioni cieche, materiali non idonei e temperature favorevoli.
Qualsiasi tecnologia — da sola — ha limiti e una finestra operativa precisa.
L’unico approccio che riduce davvero il rischio è sistemico: valutazione, controllo, manutenzione e verifica analitica continua.

Perché non esiste la “soluzione finale”

Prima di elencare i sistemi, serve chiarire i motivi tecnici per cui nessuno è definitivo:

  • Biofilm: matrice protettiva che attenua disinfettanti e UV; si riforma se non si controllano idraulica e nutrienti.
  • Idraulica reale ≠ schema teorico: bracci morti, tratti a bassa velocità, serbatoi sovradimensionati.
  • Temperature: 20–45 °C è la zona di comfort della Legionella.
  • Materiali e corrosione: rilascio di nutrienti, rugosità e incrostazioni che alimentano biofilm.
  • Fattore umano: manutenzione scarsa, tarature sballate, registri incompleti.

Il quadro di riferimento: gestione del rischio

Il quadro più solido è quello risk-based: valutazione dei pericoli, controlli preventivi e verifiche costanti.

📌 Normativa italiana

  • D.Lgs. 18/2023 (attuazione Dir. UE 2020/2184).
  • D.Lgs. 102/2025 (correttivo: approccio risk-based e scadenze attuative).
  • Linee guida ISS 2015: riferimento tecnico nazionale.

📌 Scenario internazionale

  • WHO – Water Safety Plans
  • ASHRAE 188 – standard per gli edifici

I sistemi disponibili: funzionamento, punti di forza e limiti

1. Controllo termico continuo
  • Meccanismo: mantenere ≥ 60 °C in accumulo, ≥ 50–55 °C nel ricircolo, fredda < 20 °C.
  • Pro: misura strutturale, efficace e durevole.
  • Limiti: dispersioni, miscelatori tiepidi, rischio ustioni.
  • Controllo: profili T°, ΔT mandata/ritorno, allarmi.

2. Shock termico (pastorizzazioni periodiche)

  • Meccanismo: innalzamento a ~70 °C con sciacqui.
  • Pro: utile come misura correttiva.
  • Limiti: effetto temporaneo, alto consumo energetico.
  • Controllo: log tempi/temperature, verifiche post-shock.

3. Biossido di cloro (ClO₂) continuo

  • Meccanismo: ossidante selettivo, penetra il biofilm.
  • Pro: stabile, efficace in reti complesse.
  • Limiti: sottoprodotti (cloriti/clorati), taratura delicata.
  • Controllo: residuo in rete, cloriti/clorati.

4. Ipoclorito / Cloro libero

  • Pro: economico, diffuso.
  • Limiti: efficacia pH-dipendente, sottoprodotti (THM).
  • Controllo: residuo libero, pH, ORP.

5. Monoclorammina

  • Pro: buona persistenza.
  • Limiti: gestione complessa, non sempre ammessa.

6. Perossido d’idrogeno + argento

  • Pro: azione sinergica.
  • Limiti: residuo instabile, interazione materiali.

7. Rame-argento (ionizzazione)

  • Pro: azione nel biofilm.
  • Limiti: richiede pH stabile, rischio deposizioni.

8. UV-C

  • Pro: inattivazione immediata, utile a valle.
  • Limiti: nessun effetto residuo, sensibile a torbidità.

9. Filtri 0,2 µm (point-of-use)

  • Pro: barriera fisica, protezione immediata.
  • Limiti: non bonificano la rete, sostituzioni frequenti.

10. Ultrafiltrazione

  • Pro: abbattimento particellato e biocarico.
  • Limiti: gestione fouling, richiede integrazione chimico/termica.

11. Ozonizzazione / Elettrolisi anodica

  • Pro: ossidanti potenti, utili in bonifica.
  • Limiti: sicurezza e know-how specifico.

Le analisi: il vero cruscotto di controllo

  • Validazione: dimostrare che il pacchetto di misure funziona.
  • Verifica di routine: confermare nel tempo.
  • Monitoraggi operativi: parametri continui (T°, residui, portate).

Campionamenti: punti indice (segmenti critici) + punti sentinella (docce periferiche, reparti fragili).

Casi pratici

  • Hotel 120 camere → bilanciamento ricircolo + ClO₂ continuo + flushing automatico → positività eliminate.
  • RSA con utenze fragili → filtri 0,2 µm + UV-C + bonifica chimica → protezione garantita durante i lavori.
  • Palestra “weekend-only” → flushing automatico + ClO₂ → eliminata la ricorrenza del “lunedì critico”.

Errori tipici da evitare

  • Pensare a UV o filtri come soluzione finale.
  • Mantenere acqua tiepida (20–45 °C).
  • Dosaggi chimici solo in centrale, senza misura in rete.
  • Ignorare miscelatori e bracci morti.
  • Basarsi su un solo campione.
  • Non documentare.

Checklist minima di controllo

  • Temperature (accumuli, mandata/ritorno, distali).
  • Residuo disinfettante in rete.
  • Flushing programmato.
  • Miscelatori: pulizia/disincrostazione.
  • Filtri: sostituzione tracciata.
  • Analisi microbiologiche periodiche.
  • Riesame annuale del Piano.

Conclusioni

Parlare di “sistemi anti-Legionella” ha senso solo se intesi come strumenti dentro un Piano di gestione del rischio.
Non c’è l’arma definitiva, c’è il metodo:

  • Progettare
  • Controllare
  • Mantenere
  • Misurare

Le analisi non sono solo un adempimento: sono il cruscotto che dice se stai andando nella direzione giusta.

📚 Riferimenti essenziali

  • D.Lgs. 18/2023
  • D.Lgs. 102/2025
  • Linee guida ISS 2015
  • WHO – Water Safety Plans
  • ASHRAE 188

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