Acqua potabile.
Recepita la Direttiva UE n. 2020/2184 con il DECRETO LEGISLATIVO n°18 del 23/2/2023.
Obiettivo principale è la salute umana attraverso la tutela delle acque che devono essere considerate “salubri e pulite”
Le novità a riguardo sono numerose, dai parametri analitici, ai controlli fino alle sanzioni.
Ci siamo!
Finalmente tutte le tue aspettative si sono concretizzate.
Non stavi più nella pelle, hai lottato, aspettato, gestito ogni proroga, ma l’attesa è finita.
– Più di ricevere la pozione di via eterna.
– Più del principe del Brunei che veramente vuole regalarti milioni di euro per mail.
– Anche più di ricevere la lampada di Aladino.
Si, la nuova normativa sull’acqua potabile è arrivata!
Giubilo e tripudio, grazie.
Sicuramente sei consapevole che effettivamente una normativa sull’acqua potabile già esisteva, vero?
Ovviamente, almeno in questi casi, non si tratta di un’altra mossa italiana per rubarti soldi, visto che è il recepimento di una direttiva europea, valida per tutti gli stati membri.
Semplicemente aggiorna ai giorni nostri le problematiche e le dinamiche di questi anni, assorbendo e adattando una normativa vecchia di 20 anni.
Arriviamo al dunque, che cosa può esserci scritto in questo testo?
Evito ovviamente di elencarti i singoli articoli ma cercherò di spiegarti le principali novità.
Arriva finalmente il D.lgs 18/2023.
Da anni il riferimento europeo sul tema della qualità delle acque per il consumo umano, le acque potabili, è stata la Direttiva 98/83/CE, già modificata più volte anche in modo rilevante.
Visto che si rendevano necessarie ulteriori modifiche il parlamento europeo ha deciso di rifondere la normativa di settore, emanando quindi una nuova direttiva la Direttiva UE n. 2020/2184 abrogando la precedente.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 2023 del DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2023, n. 18 si avvia il processo di attuazione di questa direttiva in Italia.
Obiettivo principale che il Decreto sull’acqua potabile si pone, è la tutela della salute umana e di conseguenza la salvaguardia della qualità chimico-microbiologica delle acque potabili che devono essere, esordisce il testo di legge, “salubri e pulite”.
Non solo, regola anche i requisiti per i materiali che entrano in contatto con le acque potabili come ad esempio le condutture di casa tua.
Si definisce la valutazione basata sul rischio con i Water Safety Plan, per noi i PSA – Piano di Sicurezza delle Acque. In pratica un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio estesa su tutta la distribuzione idrica. Per cui questa valutazione dei rischi include anche il tratto finale, quello domestico a valle del contatore fino al rubinetto.
Hai capito bene, i Piani di Sicurezza dell’Acqua non saranno richiesti solo ai gestori idropotabili in riferimento alle aree di alimentazione dei punti di prelievo e dei sistemi di fornitura idro-potabile, ma anche ai gestori dei sistemi di distribuzione idrica interni degli edifici e locali identificati come “prioritari, tra cui ospedali, scuole, strutture ricettive, ricreative e sportive, case di riposo, bar, ristoranti, istituti penitenziari e campeggi.
È proprio questa una delle grandi novità introdotte dal presente Decreto, l’attenzione sulla qualità dell’acqua non deve fermarsi al contatore, ma deve necessariamente arrivare fino al punto di utilizzo finale.
Si richiede anche il monitoraggio dei POSSIBILI inquinanti emergenti presenti nelle fonti di approvvigionamento.
Si richiede di migliorare l’accesso all’acqua potabile, che deve essere equo per tutti e ovviamente sicura!
Uno dei mezzi previsti sarà la comunicazione tra le autorità competenti e i fornitori di acqua, volta a fornire un’informazione adeguata e aggiornata al pubblico sulle acque potabili.
Si richiede di RIDURRE LE PERDITE, quindi i gestori idro-potabili (con forniture di almeno 10.000 mc di acqua al giorno o che servono almeno 50.000 persone) devono valutare i livelli delle perdite e dei potenziali miglioramenti in termini di riduzione delle perdite di rete idrica.
Non solo il Decreto richiede anche un maggiore controllo sulle approvazioni per l’uso di reagenti chimici e di mezzi di filtrazione e trattamento ma anche una profonda revisione del sistema di vigilanza, sorveglianza della sicurezza dell’acqua potabile e controllo sui sistemi idrici e sulle acque destinate agli edifici prioritari che saranno chiamati ad aumentare il livello dei controlli.
Per garantire questi controlli e le comunicazioni entrano in gioco:
– CeNSIA
– AnTeA.
Il Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSIA), è stato incaricato dell’approvazione dei Piani di Sicurezza delle Acque (PSA) nell’ambito della valutazione della qualità tecnica dell’acqua e del servizio idrico di competenza dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA); del rilascio delle approvazioni per l’impiego di reagenti chimici, mezzi di filtrazione e di trattamento (ReMM) a contatto con acqua potabile, nonché della gestione del centro AnTea.
Sarà istituita l’Anagrafe Territoriale dinamica delle Acque potabili (AnTea), per adeguare e coordinare i sistemi informatici nazionali con quelli istituiti a livello UE, per garantire lo scambio di informazioni tra autorità nazionali e Stati membri; un sistema centralizzato contenente i dati sanitari ambientali che servirà ad acquisire informazioni sul controllo dell’attuazione delle nuove norme e garantire un idoneo accesso al pubblico, nonché la condivisione dei dati tra le autorità pubbliche.
Ma oltre tutte queste informazioni, cambia qualcosa anche ai parametri da analizzare, i limiti etc?
I parametri chimici hanno subito una maggiore revisione, con la modifica dei valori per alcuni parametri e finalmente si introducono nell’elenco le nuove sostanze emerse in questi anni.
Una ulteriore novità è rappresentata dai parametri considerati rilevanti per la valutazione del rischio nel tratto domestico, per questo il legislatore europeo ha fissato dei limiti anche per il piombo e la legionella.
Quest’ultimo parametro, si profila come novità importantissima entrando finalmente a far parte della categoria dei numerosi parametri normati per l’acqua potabile.
Tutti i paramenti andranno monitorati in vari punti, configurando anche diversi profili di controllo.
Si ribadisce che le responsabilità del Gestore del Servizio Idrico Integrato terminano al punto di consegna!
In generale, i controlli, non solo quelli del Gestore, saranno da effettuare sulle acque:
– Fornite attraverso una rete di distribuzione, nel punto di consegna, cioè in un punto rappresentativo della rete di distribuzione del gestore prossimo al punto di consegna.
– Al punto di utenza in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano, all’interno dei locali sia pubblici che privati.
– Destinate al consumo umano fornite da una cisterna, nel punto in cui le acque fuoriescono da questa.
– Confezionate in bottiglie o contenitori e destinate al consumo umano, nel punto in cui queste sono confezionate.
– Destinate al consumo umano utilizzate in una impresa alimentare, nel punto in cui sono utilizzate in tale impresa.
– Prodotte dalle case dell’acqua, nel punto di consegna alla casa dell’acqua e anche nel punto di utenza.
Anche l’aspetto sanzionatorio si adeguerà e diventerà più severo; le sanzioni infatti dovranno essere efficaci, dissuasive e proporzionate alla gravità delle violazioni medesime.
Il concetto finale risulta evidente, ridurre gli sprechi, aumentare la qualità dell’acqua potabile ma anche la fiducia che i cittadini devono avere verso questa risorsa, che arriva fino a casa nostra.
Certamente ci vorranno anni per cambiare questo rapporto e se anche alcune scadenze normative si riferiscono a proiezioni temporali di 5 – 6 anni, ben venga ogni passo avanti rivolto al miglioramento della risorsa più importante per la nostra salute.