Sappiamo tutti che la rete di distribuzione idrica in Italia non gode di ottima salute.
Ma oltre ai luoghi comuni e alle dicerie varie, proviamo a dare qualche numero.
Secondo l’ISTAT, nel 2023 il volume delle perdite idriche totali è stato di 3,4 miliardi di metri cubi di acqua, pari a circa 156 litri al giorno per abitante, praticamente il 42,2% dell’acqua immessa in rete nella fase di distribuzione dell’acqua.
Numeri molto, troppo grandi da capire. Proviamo così; considerando un consumo pro capite pari alla media nazionale, la quantità di acqua dispersa nel 2020 accontenterebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone. Per un anno intero.
Chiariamo però una cosa, a parte l’imbarazzante dato evidenziato a livello ambientale, di salute ed economico, l’acqua sulla Terra non può finire!
La sua quantità è infatti stabile a quota 1.386.000.000 chilometri cubici e il ciclo idrologico garantisce che ci sia oggi tanta acqua quanta ce n’era sul nostro pianeta miliardi di anni fa.
Il vero problema riguarda l’accessibilità per l’uomo ad acqua utilizzabile, la stragrande maggioranza di quest’acqua infatti non è a noi accessibile.
Facciamo un breve ripasso:
Il pianeta Terra è ricoperto per circa il 70 % della superficie terrestre da acqua localizzata principalmente negli oceani (96.5%). Questa rappresenta lo 0.2% della massa del pianeta.
La maggior parte di tutta quest’acqua, circa il 97%, è salata mentre solo il 3% circa è dolce. Di questa piccola quantità di acqua dolce, i ghiacciai ne costituiscono il 68% circa, seguiti da acqua di falda (30%) e laghi di acqua dolce (0,3%). La piccola fetta rimanente è divisa tra altri tipi di fonte come permafrost, umidità nel suolo, fiumi e paludi.
Chiarito quindi che l’acqua non viene smaterializzata o persa oltre i confini della Terra, vediamo le significative conseguenze di questo spreco.
La prima riguarda le caratteristiche dell’acqua che scorre dentro tubi che, evidentemente, sono carenti di una adeguata manutenzione. Ma questo aspetto qualitativo merita un approfondimento a parte.
In questo articolo ci concentreremo sugli effetti quantitativi di questa smisurata quantità di oro blu e sulla sorte alternativa che subisce; dove va quindi l’acqua fuoriuscita durante la distribuzione idrica in Italia?
Questo è l’aspetto cruciale da esaminare.
Vediamo nel dettaglio.
L’acqua dispersa dalla rete idrica e l’acqua che arriva sul suolo per irrigazione o altro, ha una delle seguenti sorti:
Acqua dispersa dalla rete idrica:
– Perdite occulte: Infiltrandosi nel terreno, l’acqua può raggiungere le falde acquifere sotterranee. Se non intercettata e riutilizzata, questa acqua defluisce verso i corsi d’acqua superficiali o il mare.
– Perdite visibili: L’acqua che fuoriesce da tubi rotti o giunti difettosi si riversa sul suolo, evaporando o defluendo verso i sistemi di fognatura (se presenti).
– Microperdite: piccole perdite difficili da individuare che si verificano negli allacciamenti domestici e negli edifici.
Acqua persa per irrigazione:
– Infiltrazione profonda: Una parte dell’acqua percola nel terreno, ricaricando le falde acquifere.
– Evaporazione: L’acqua presente sul suolo o sulle foglie delle piante evapora nell’atmosfera.
– Deflusso superficiale: L’acqua in eccesso può scorrere via dal terreno, causando erosione e inquinamento delle acque superficiali.
Conseguenze
Molto bene, abbiamo visto che questa fondamentale risorsa non viene depredata da alieni assetati e resta quindi a disposizione della razza umana che decide di disperderla per il globo, ma quali sono le conseguenze di questa follia?
La più banale è la riduzione della disponibilità di acqua. L’acqua persa ovviamente non è più disponibile per altri usi, bere, lavarsi, fare ghiaccio per i nostri cocktail, uso irriguo, etc.
Quindi le conseguenze possono avere diversi aspetti:
- Ambientali:
- Erosione del suolo: L’acqua che fuoriesce dalle tubature può erodere il suolo, causando frane e smottamenti.
- Contaminazione delle falde acquifere: L’acqua dispersa può inquinare le falde acquifere con nitrati, pesticidi e altri contaminanti.
- Perdita di biodiversità: L’erosione del suolo e la contaminazione delle acque possono danneggiare gli ecosistemi e la biodiversità.
- Economici:
- Aumento dei costi: Le perdite d’acqua causano un aumento dei costi per la gestione della rete idrica, per la depurazione delle acque reflue e per la riparazione dei danni.
- Spreco di una risorsa preziosa: L’acqua è un bene prezioso e sprecarla significa privare le future generazioni di una risorsa vitale.
- Sociali:
- Disagi per i cittadini: Le perdite d’acqua possono causare disagi ai cittadini, come la mancanza d’acqua o la bassa pressione.
- Rischi per la salute: La contaminazione delle falde acquifere può mettere a rischio la salute pubblica.
- Sulle strade: Dissesto del manto stradale, infatti l’acqua che fuoriesce dalle tubature può causare rotture e allagamenti, con danni a strade, marciapiedi e edifici, buche e avvallamenti
- Danni agli edifici: l’acqua che si infiltra negli edifici può danneggiare le fondamenta, i muri e gli intonaci.
Senza contare che l’acqua che viene dispersa nelle fognature senza essere utilizzata comporta:
• Spreco di trattamento: L’acqua persa richiede comunque trattamento, anche se non viene utilizzata. Ciò aumenta i costi operativi per le aziende di gestione idrica.
• Rischio di contaminazione: Le perdite possono permettere l’infiltrazione di acqua non trattata o inquinata nel sistema, aumentando il rischio di contaminazione.
Probabilmente a questo punto ti sarà passata nella testa una semplicissima domanda:
“Ma com’è possibile che si butti via così tanta acqua?!”
Vediamo perciò come questo accade e partiamo ovviamente da qualche dato.
I nostri acquedotti
La rete di acquedotti italiani si estende per 425 mila chilometri, che passano a più di 500 mila se si considerano anche i vari allacciamenti. Giusto per dare un senso a questi numeri, la circonferenza della Terra misura 40.076 km.
La sua costruzione è piuttosto antiquata. Come riportato anche dal FAI:
- Il 60% della rete è stato posizionato oltre trent’anni fa
- il 25% supera i 50 anni
Direi che il quadro si sta’ delineando, ma purtroppo non siamo che all’inizio.
Continuiamo dicendo che:
- I materiali utilizzarti sono obsoleti: Eternit, ghisa e cemento amianto, materiali utilizzati in passato, ora noti per la loro fragilità, tossicità e vulnerabilità alle perdite.
- Mancanza di manutenzione: Investimenti insufficienti nella manutenzione e nel rinnovo hanno portato a un deterioramento progressivo delle tubature.
- Perdite fisiche: Queste includono rotture, giunture difettose o corrosione delle tubature.
Insomma un mosaico di materiali, allacci più o meno regolari e manutenzione pressoché inesistente.
Una stima effettuata prevede che all’attuale tasso di rinnovo occorreranno circa 250 anni per sostituire l’intera rete.
E quindi cosa fare?
Dobbiamo continuare in questa maniera folle di gestire il nostro patrimonio idrico?
Forse è veramente sufficiente chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti, fare docce più corte, vietare i gavettoni ed il ghiaccio nei cocktail? A livello di educazione e senso civico si (il ghiaccio però lasciatecelo), ma non è ovviamente la soluzione definitiva.
Esistono quindi ai giorni nostri sistemi disponibili per evitare tutto questo, misure per ridurre questo sperpero?
La più banale?
La riparazione delle perdite. E si, riparare i tubi rotti ed i giunti difettosi è fondamentale per ridurre le perdite occulte.
Ma continuiamo con le cose più normali.
- Modernizzazione delle reti idriche: Investire nella manutenzione e nel rinnovo delle reti idriche, la sostituzione di tubature obsolete con sistemi più efficienti.
- Tecnologie di irrigazione efficienti: L’utilizzo di sistemi di irrigazione a goccia o micro irrigazione può ridurre la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione.
- Utilizzare tecnologie innovative: esistono tecnologie innovative che possono aiutare a ridurre le perdite d’acqua, come ad esempio i sistemi di monitoraggio della rete idrica.
- Promuovere l’uso consapevole dell’acqua: è importante educare i cittadini a un uso responsabile dell’acqua, per evitare sprechi.
Sono soluzioni ovvie, soprattutto ai giorni nostri. Certamente ci saranno dei risvolti economici notevoli e conseguenti disagi a causa dei lavori necessari, ma il problema esiste ed è importante, quindi il tempo è prezioso. Agire ora è fondamentale per evitare che la situazione degeneri ulteriormente in una crisi irreversibile.
Di seguito alcuni piccoli esempi sulle conseguenze della dispersione d’acqua.
- A Roma, si stima che il 40% dell’acqua immessa nella rete idrica vada persa a causa di perdite.
- A Milano, le perdite d’acqua ammontano a circa 200 milioni di metri cubi all’anno.
- In Sicilia, la dispersione idrica supera il 50% in alcune zone.
- Le perdite d’acqua in Italia ammontano a più di 2 miliardi di euro ogni anno.
- La sostituzione delle tubature obsolete potrebbe creare fino a 100.000 nuovi posti di lavoro.
- L’Italia è uno dei paesi con la più alta tariffa idrica in Europa.
E ancora qualche esempio reale e tangibile di queste conseguenze.
Nel 2023:
- Gennaio: A Roma, una perdita di acqua da una tubatura di Acea ha causato un allagamento in via del Corso, una delle strade più trafficate della città.
- Febbraio: A Milano, una tubatura rotta ha provocato un cratere di 10 metri di diametro in via Paolo Sarpi, causando danni a diverse auto e abitazioni.
- Marzo: A Napoli, una perdita di acqua da una tubatura del Vomero ha causato una frana che ha danneggiato una scuola materna.
Nel 2022:
- Aprile: A Firenze, una tubatura rotta ha causato un allagamento in Piazza della Signoria, danneggiando alcuni dei monumenti più importanti della città.
- Maggio: A Palermo, una perdita di acqua da una tubatura ha causato il crollo di un palazzo, provocando la morte di due persone.
- Giugno: A Catania, una tubatura rotta ha causato un incendio in un garage, danneggiando diverse auto.
Nel 2021:
- Luglio: A Genova, una tubatura rotta ha causato un allagamento in un ospedale, costringendo all’evacuazione di alcuni pazienti.
- Agosto: A Bari, una perdita di acqua da una tubatura ha causato la caduta di un albero, ferendo una persona.
- Settembre: A Torino, una tubatura rotta ha causato un allagamento in una metropolitana, bloccando il traffico per diverse ore.
- A Roma, nel 2021, una voragine di 20 metri di diametro si è aperta in via del Corso a causa di una perdita d’acqua da una tubatura vecchia. La voragine ha causato il crollo di un palazzo e il danneggiamento di diverse auto.
Solo per citarne alcuni, ma andando ancora un po’ più indietro nel tempo:
- A Milano, nel 2020, un ponte è crollato a causa di una perdita d’acqua da una tubatura vecchia. Il crollo del ponte ha causato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 4.
- A Genova, nel 2019, una frana ha travolto diverse case e causato la morte di 11 persone. La frana è stata in parte causata da una perdita d’acqua da una tubatura vecchia.
- In Sicilia, nel 2018, un’alluvione ha causato danni per milioni di euro. L’alluvione è stata in parte causata da un sistema di drenaggio insufficiente e da perdite d’acqua dalle tubature.
- A Napoli, nel 2019, una strada è stata chiusa al traffico a causa di una voragine causata da una perdita d’acqua da una tubatura vecchia. La voragine ha causato danni per decine di migliaia di euro.
Questi sono solo alcuni esempi di disastri causati dalla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria della distribuzione idrica, ma effetti simili sono quasi all’ordine del giorno.
L’obiettivo di questo articolo era semplicemente riassumere alcuni fatti già noti, ma poco considerati da tutti noi.
Le conseguenze di questo sperpero possono non essere facilmente apprezzabili, visto che generalmente riusciamo a far uscire acqua dai nostri rubinetti molto comodamente.
Ad ogni modo, questa non può essere una giustificazione. L’accesso all’acqua potabile è fondamentale, o meglio vitale per tutti, quindi dare il giusto valore a questa risorsa deve essere prioritario, per la nostra salute e soprattutto per le generazioni future.