Per anni abbiamo pensato alla qualità dell’acqua come a una questione di batteri, nitrati, durezza, calcare e magari un po’ di cloro.
Poi qualcuno ha iniziato ad analizzarla con strumenti più raffinati.
E in quelle analisi sono comparse tracce di molecole invisibili, senza odore né sapore, spesso sintetiche, resistenti ai trattamenti tradizionali e capaci di persistere nell’ambiente.
Erano farmaci, pesticidi, microplastiche, interferenti endocrini e soprattutto PFAS.
Da quel momento la percezione è cambiata.
L’acqua non era più solo limpida o torbida.
Era diventata una questione di ciò che non si vede.
Questi contaminanti sono detti microinquinanti emergenti, emergenti non perché nuovi, ma perché solo oggi li stiamo realmente monitorando e normando.
Cosa sono i microinquinanti emergenti
Sono sostanze presenti in tracce, spesso nell’ordine dei nanogrammi o microgrammi per litro, ma in grado di produrre effetti biologici rilevanti anche a dosi minime e persistenti.
I principali gruppi comprendono
Farmaci e residui metabolici.
Interferenti endocrini come bisfenolo A e ftalati.
PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni.
Pesticidi e fitofarmaci di nuova generazione.
Microplastiche e nanoplastiche.
Cosmetici e prodotti per la cura personale.
Residui industriali come solventi e ritardanti di fiamma.
La loro caratteristica più preoccupante è la persistenza.
Molti accumulano nel corpo e nell’ambiente.
Alcuni, come i PFAS, impiegano decenni o secoli per degradarsi.
Da dove arrivano
Non compaiono per caso.
Le principali fonti includono scarichi civili e ospedalieri, uso agricolo intensivo, industria, depuratori non progettati per molecole complesse e acque meteoriche contaminate.
Anche gli impianti più moderni non riescono sempre a rimuoverli perché sono stati progettati per l’inquinamento biologico, non per quello chimico persistente.
Perché sono pericolosi
I microinquinanti agiscono lentamente.
Non causano un effetto immediato ma colpiscono nel tempo anche a basse concentrazioni.
Possibili effetti
Alterazioni endocrine.
Immunodepressione.
Disturbi neurologici.
Effetti sullo sviluppo fetale e infantile.
Aumento del rischio di tumori associati ai PFAS.
Resistenza agli antibiotici.
Gli interferenti endocrini imitano gli ormoni naturali.
I PFAS sono associati a rischio cardiovascolare, riduzione della risposta immunitaria e tumori renali e testicolari.
Le microplastiche possono trattenere metalli pesanti e altre sostanze tossiche.
Normative attuali
Per anni non sono esistiti limiti specifici.
La svolta arriva con la Direttiva UE 2020/2184 e con il D.Lgs. 18/2023 aggiornato dal D.Lgs. 102/2025.
I punti principali
Limiti per PFAS totali e individuali.
Monitoraggio obbligatorio di microplastiche e nanoplastiche.
Bisfenolo A tra i contaminanti prioritari.
Obbligo di valutare il rischio chimico emergente.
Introduzione del principio di precauzione.
Come si monitorano
Servono tecniche avanzate perché non sono visibili né rilevabili con metodi standard.
Tra le principali: LC-MS/MS, ICP-MS, FTIR, Raman e cromatografia liquida.
Sono analisi costose ma indispensabili e sempre più utilizzate nei Piani di Sicurezza dell’Acqua.
Come si eliminano
I trattamenti tradizionali non bastano.
Servono tecnologie avanzate come carbone attivo, osmosi inversa, ossidazione avanzata, resine a scambio ionico e filtrazione membranare.
Spesso le soluzioni più efficaci sono combinate.
Ma la vera soluzione resta prevenire l’ingresso di questi contaminanti nelle acque.
Il vero problema
Non è solo un problema tecnico.
È culturale.
Molte sostanze arrivano nell’acqua perché trattiamo i corsi d’acqua come se si ripulissero da soli.
Ma l’acqua non dimentica.
Ciò che finisce in un fiume può finire anche nel rubinetto.
Conclusione
La trasparenza dell’acqua non è più sinonimo di sicurezza.
I contaminanti più pericolosi sono invisibili, insapori e silenziosi.
La sfida del futuro sarà proteggere l’acqua dall’inquinamento chimico invisibile attraverso filtri, monitoraggi, ma soprattutto consapevolezza e prevenzione.
L’acqua è uno specchio del nostro comportamento.
E ora dobbiamo imparare a guardarci meglio.
Riferimenti normativi e scientifici
Direttiva UE 2020/2184.
D.Lgs. 18/2023.
D.Lgs. 102/2025.
WHO Drinking Water Guidelines 2022.
ISS Microinquinanti 2024.
EFSA PFAS 2023.
EPA Roadmap 2023.
Reg. UE 2023/915.
