L’acqua è una sostanza essenziale per la vita e per molte attività umane.
Tuttavia, nonostante la sua abbondanza sul nostro pianeta, l’acqua potabile è una risorsa limitata e spesso scarsa in alcune regioni del mondo.
Per questo motivo, molti si chiedono perché non si possa produrre l’acqua artificialmente, invece di dipendere dalle fonti naturali come i fiumi, i laghi, le falde acquifere e le precipitazioni.
La risposta a questa domanda non è semplice, poiché coinvolge diversi aspetti chimici, fisici, economici e ambientali. In linea di principio, l’acqua si può produrre combinando due elementi molto comuni: l’idrogeno e l’ossigeno. Infatti, la formula chimica dell’acqua è H2O, che significa che una molecola di acqua è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno.
Quindi, se si disponesse di una quantità sufficiente di idrogeno e ossigeno puri, si potrebbe farli reagire tra loro per ottenere dell’acqua.
Tuttavia, nella pratica, questo processo presenta diversi problemi e limitazioni. Innanzitutto, bisogna considerare che l’idrogeno e l’ossigeno puri non sono facilmente disponibili in natura, ma devono essere estratti da altre sostanze.
Ad esempio, si può ottenere idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua, cioè dalla decomposizione dell’acqua in idrogeno e ossigeno mediante una corrente elettrica.
Questo metodo richiede però una grande quantità di energia elettrica, che a sua volta ha un costo economico e ambientale.
Inoltre, si può ottenere ossigeno dall’aria atmosferica, ma anche in questo caso bisogna usare dei processi di separazione che richiedono energia e attrezzature specializzate.
In secondo luogo, bisogna tenere conto che la reazione tra idrogeno e ossigeno per formare acqua è altamente esotermica, cioè rilascia una grande quantità di calore.
Questo significa che se si volesse produrre acqua in grandi quantità, si dovrebbe controllare attentamente la temperatura e la pressione del sistema, altrimenti si potrebbero causare esplosioni o incendi.
Inoltre, il calore prodotto dalla reazione potrebbe avere degli effetti negativi sull’ambiente circostante, contribuendo al riscaldamento globale.
In terzo luogo, bisogna valutare se l’acqua prodotta artificialmente sia adatta al consumo umano o ad altri usi. Infatti, l’acqua pura (H2O) ha delle caratteristiche fisiche e chimiche diverse da quelle dell’acqua naturale, che contiene anche altre sostanze disciolte come sali minerali, gas e sostanze organiche.
Queste sostanze influenzano il pH, la durezza, il sapore e la qualità dell’acqua.
Per questo motivo, l’acqua pura potrebbe essere troppo acida o troppo basica per il nostro organismo, o avere un sapore sgradevole o inodore.
Inoltre, l’acqua pura potrebbe essere più vulnerabile alla contaminazione da parte di batteri o virus. Pertanto, per rendere l’acqua prodotta artificialmente simile a quella naturale, bisognerebbe aggiungere delle sostanze apposite che ne regolino le proprietà.
In conclusione, possiamo dire che la produzione artificiale dell’acqua è possibile dal punto di vista chimico, ma presenta delle difficoltà dal punto di vista pratico. Infatti, il processo richiede una grande quantità di energia e di risorse, ha dei rischi di natura ambientale e si deve capire se l’acqua così ottenuta rispetta i limiti della potabilità e soprattutto le caratteristiche organolettiche.