
Quando leggiamo l’etichetta di una bottiglia d’acqua minerale, due valori attirano subito l’attenzione: residuo fisso e durezza.
Sono parametri che, più di altri, hanno influenzato la percezione del consumatore e il marketing delle acque imbottigliate.
Quante volte abbiamo sentito parlare di “acqua leggera” o “acqua pesante”? Spesso questi termini vengono usati in maniera imprecisa, alimentando confusione.
In realtà residuo fisso e durezza sono due parametri distinti, con significati chimici precisi e implicazioni per la salute, gli impianti e gli usi quotidiani.
Cos’è il residuo fisso
Il residuo fisso indica la quantità di sostanze solide disciolte che rimangono dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180 °C.
È la somma dei sali minerali inorganici (bicarbonati, solfati, cloruri di calcio, magnesio, sodio e potassio) ed è espresso in mg/L.
Classificazione
Secondo la normativa italiana e le linee guida del Ministero della Salute:
- Minimamente mineralizzate: residuo fisso < 50 mg/L
- Oligominerali: 50–500 mg/L
- Minerali: 500–1500 mg/L
- Ricche di sali minerali: > 1500 mg/L
Questa classificazione riguarda le acque minerali imbottigliate; per l’acqua potabile di rete non esiste un limite specifico, ma valori elevati possono alterarne il gusto.
Significato pratico
Il residuo fisso non indica la “qualità” assoluta, ma la ricchezza salina dell’acqua.
È utile per capire se un’acqua è più adatta a determinate esigenze:
- Acque a basso residuo fisso: indicate per neonati o soggetti con calcolosi renale.
- Acque con residuo fisso elevato: consigliate a sportivi o persone che necessitano di integrazione di minerali (Ca e Mg).
Cos’è la durezza
La durezza misura la concentrazione di ioni calcio (Ca²⁺) e magnesio (Mg²⁺) disciolti nell’acqua.
Si esprime in gradi francesi (°F), dove 1 °F = 10 mg/L di carbonato di calcio (CaCO₃).
Classificazione
- Molto dolce: < 7 °F
- Dolce: 7–14 °F
- Mediamente dura: 15–25 °F
- Dura: 26–35 °F
- Molto dura: > 35 °F
Implicazioni pratiche
- Aspetto sanitario: il calcio e il magnesio favoriscono ossa e denti sani; acque troppo “dolci” possono essere povere di minerali essenziali.
- Aspetto domestico: acque dure formano incrostazioni in caldaie e lavatrici, riducendo l’efficienza degli impianti e aumentando il consumo di detersivi.
Residuo fisso e durezza: non confondiamoli
Sono spesso sovrapposti nel linguaggio comune, ma rappresentano concetti differenti:
- Il residuo fisso misura tutti i sali minerali presenti.
- La durezza riguarda solo calcio e magnesio.
Un’acqua può quindi avere residuo fisso alto ma durezza bassa, o viceversa.
Aspetti normativi
Il D.Lgs. 18/2023 e il D.Lgs. 102/2025 non fissano limiti specifici per residuo fisso e durezza, ma definiscono parametri di qualità che li implicano indirettamente:
- Valori guida per calcio, magnesio e sodio.
- Conduttività elettrica a 20 °C: 2500 µS/cm come valore di riferimento per la mineralizzazione totale.
Per le acque minerali imbottigliate, la classificazione per residuo fisso è invece un’informazione commerciale e descrittiva.
Effetti sul gusto e sulla percezione
La sensazione di “acqua leggera” o “pesante” dipende dalla composizione ionica, non solo dal residuo fisso:
- Bicarbonati: gusto morbido e setoso.
- Solfati: gusto amarognolo.
- Sodio: sapore lievemente salato.
Il marketing ha semplificato questi concetti, ma un’acqua “pesante” può essere un’ottima fonte di minerali.
Tabella riassuntiva
Categoria | Residuo fisso (mg/L) | Uso consigliato |
---|---|---|
Minimamente mineralizzata | < 50 | Neonati, diuretico, calcolosi renale |
Oligominerale | 50–500 | Uso quotidiano, equilibrio |
Minerale | 500–1500 | Sportivi, buona integrazione minerale |
Ricca di sali | > 1500 | Uso terapeutico, non quotidiano |
Durezza (°F) | Classificazione | Impatto pratico |
---|---|---|
< 7 | Molto dolce | Carente in minerali essenziali |
7–14 | Dolce | Gusto piacevole, pochi depositi |
15–25 | Mediamente dura | Equilibrio tra salute e impianti |
26–35 | Dura | Rischio incrostazioni, più detersivi |
> 35 | Molto dura | Problemi tecnici, ricca di Ca e Mg |
Nella vita quotidiana
- Acqua del rubinetto: di solito mediamente dura (15–25 °F), un buon compromesso.
- Acque minerali: etichetta centrata sul residuo fisso per fini commerciali.
- Ambito industriale: serve il controllo della durezza con addolcitori o osmosi inversa.
Conclusioni
Residuo fisso e durezza descrivono la mineralizzazione dell’acqua in modo diverso ma complementare.
Il primo misura la quantità totale di sali; la seconda valuta calcio e magnesio.
Sul piano sanitario non esistono valori “migliori in assoluto”: la scelta dipende dalle esigenze individuali.
Sul piano tecnico, invece, la durezza ha ricadute dirette sulla manutenzione di impianti e caldaie.
Conoscere questi parametri aiuta a scegliere in modo consapevole, al di là degli slogan pubblicitari.